Brano: Armistizio e difesa di Roma
pronto a reagire contro i tedeschi non appena lo stato maggiore lanciasse l’avviso « Applicate op. 44 ». Nell'ufficio di Roatta, Carboni ricevette assicurazione dai generale addetto, Giacomo Zanussi, che l’ordine di applicare l’« op. 44» sarebbe stato subita emanato. Ma da Ambrosio, che Carboni trovò nel suo ufficio smarrito e disorientato, il comandante del corpo motocorazzato ricevette Jo stravagante ordine di « lasciar passare i tedeschi se sì presentano senza sparare ». Un taJe ordine equivaleva a consegnare l'esercito * nelle mani dei tedeschi e Carboni, sentito anche il parere dei suoi divisionari e quello de! S.I.M., certo che i tedeschi si sarebbero presentati presto sparando, ritardò l’emanazione dell’ordine Ambrosio fino a che esso divenne inutile, dato l’attacco tedesco contro le linee esterne della difesa di Roma. La battaglia divampò dalla Magliana alle vie Ostiense e Ardeatina, fino a Marziana e a Monterosì. Le truppe italiane si batterono molto bene e[...]
[...]mpò dalla Magliana alle vie Ostiense e Ardeatina, fino a Marziana e a Monterosì. Le truppe italiane si batterono molto bene e respinsero l’attacco tedesco.
Alle ore 5 circa dei giorno 9 settembre Carboni venne convocato d’urgenza dal comandante della difesa di Roma, generale Roatta, il quale, dopo averlo avvertito che l’alto Comando si trasferiva subito in Abruzzo, gli impartì l’ordine seguente: « Ore 5,15,
9 settembre 1943. Al Comando del Corpo Motocorazzato. Presi ordini dal Comando, Supremo comunico: — Situazione est tale da escludere lunga resistenza delle truppe dislocate attorno alla Capitale contro truppe germaniche che marciano su di essa. D’altra parte prolungata resistenza esporrebbe città e cittadinanza a gravi e sterili perdite. In conseguenza le truppe della difesa mobile (divisioni Ariete e Piave) ripiegano su Tivoli, assumendo posizione sulle alture adiacenti, fronte ad est. Orientarsi a proseguire eventualmente verso est. Portate in pieno tempo il vostro Comando a Tivoli (Caserma dei CC) dove prenderete contatto con noi. La divisio[...]
[...]esistenza esporrebbe città e cittadinanza a gravi e sterili perdite. In conseguenza le truppe della difesa mobile (divisioni Ariete e Piave) ripiegano su Tivoli, assumendo posizione sulle alture adiacenti, fronte ad est. Orientarsi a proseguire eventualmente verso est. Portate in pieno tempo il vostro Comando a Tivoli (Caserma dei CC) dove prenderete contatto con noi. La divisione Granatieri rimane alla difesa di Roma, cessando di appartenere al Corpo Motocorazzato »,
L’ordine appariva logico e, semmai, tardivo, in quanto le posizioni fortificate delle divisioni di manovra « Ariete » e « Piave », minuziosamente e liberamente studiate dai tedeschi, ponevano questi in grado di annientare, con un breve e preciso bombardamento aereo, le posizioni e gli occupanti, privando così di colpo la difesa di Roma e l’esercito dell’unica formazione di manovra esistente. Carboni dispose per l’immediata esecuzione dell’ordine Roatta, facendo notare al proprio capo di stato maggiore, colonnello Giorgio Salvi, il quale se ne mostrava impaurito e sgomento, come il solo [...]
[...]l proprio Comando, che non faceva parte del Comando supremo, ma
era il Comando della difesa di Roma ed anche il Comando di tutto l’esercito italiano di terra.
Carboni riprendeva subito contatto con Roma e, venuto a sapere che la divisione « Granatieri » aveva fa sensazione di trovarsi abbandonata e non riceveva ordini da nessuno dopo quelli lasciatile nella mattinata da Carboni, confermava l’ordine di combattere, assicurando l’appoggio del Corpo motocorazzato. Inviava quindi, a rinforzo, reparti affluiti a Tivoli.
Notizie dall’Italia facevano sospettare che l’ordine di applicare l’« op. 44 » non fosse stato diramato all’Esercito e ciò rendeva sempre più necessario ricevere disposizioni da Roatta. A pomeriggio avanzato giungeva notizia che il generale di corpo d’armata De Stefanis, sottocapo di Roatta, era stato visto ad Avezzano con un gruppo di ufficiali di stato maggiore, occupato ad impiantare il comando tattico. Evidentemente De Stefanis doveva trovarsi in contatto con il suo superiore diretto Roatta.
Montezemolo comunicò che a Roma il m[...]
[...]me notizie sulla presenza di De Stefanis ad Avezzano. Montezemolo fu in grado di confermare tale presenza fino a tarda sera; ma, in seguito, De Stefanis sparì senza lasciare tracce. Se ne doveva arguire che egli fosse stato catturato dai tedeschi, oppure che avesse ricevuto ordine di seguire il Comando supremo al sud. Le stesse supposizioni — soprattutto la prima — dovevano ormai essere accolte anche per Roatta.
Da quel momento il Comando del corpo motocorazzato, qonfinato a Tivoli dall’ordine perentorio di Roatta, acquistava il diritto di considerarsi isolato, autonomo e privo di ordini superiori. La disposizione di « orientarsi a proseguire verso est » diveniva assurda, constatata l’assoluta mancanza di qualsiasi apparato logistico in Abruzzo, e Carboni poteva finalmente obbedire soltanto al senso del dovere e ai superiori interessi della patria. Gli rimaneva un valido obiettivo pratico: impegnare il più a fondo possibile le schiaccianti forze di Kesselring e logorarle, così da ritardarne e renderne meno efficace l’intervento contro
lo sbarco al[...]